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Archivio di Stato di Rovigo

Arnaldo Speroni degli Alvarotti

Arnaldo Speroni degli Alvarotti, di nobile famiglia padovana, era monaco Benedettino Cassinese della Congregazione di S. Giustina. Dopo essere stato per sei anni maestro dei novizi di S. Giorgio Maggiore e poi di S. Paolo fuori le mura a Roma, nel 1776 venne eletto vescovo di Adria e Rovigo. Durante il suo incarico pastorale fece sistemare oltre al Seminario anche la Cattedrale di Adria (1776), quindi fece restaurare (tra l'altro) i palazzi vescovili di Rovigo (1788) e di Adria.


Storia della sede

L’Archivio di Stato di Rovigo, istituito nel 1964, è ospitato fin dalla sua apertura, nel 1967, nell’ex sede del Seminario vescovile in via Sichirollo 9, un complesso monumentale prestigioso progettato dall’architetto vicentino Domenico Cerato intorno al 1777 - 1778.

 

La decisione di costruire un nuovo seminario per la diocesi di Adria - Rovigo  si deve al vescovo Arnaldo Speroni degli Alvarotti. Avendo molto  a cuore l'educazione del clero riuscì ad acquistare gli edifici e gli stabili del soppresso convento di S. Agostino. Il progetto venne affidato all'architetto vicentino sacerdote Domenico Cerato (†1792) (come riferisce F. BARTOLI, Le pitture sculture ed architetture della città di Rovigo. Venezia, presso Pietro Savioni, 1793); tale scelta fu probabilmente dettata dal fatto che il Cerato aveva già lavorato nel seminario di Vicenza e nel seminario di Verona e in moltissime chiese e conventi del Veneto, tra i quali anche S. Giustina di Padova. Nel 1779 si posò la prima pietra, come attesta la lapide murata nella chiesa di S. Agostino a ricordo dell'evento. I lavori non furono diretti dal Cerato, ma l'incarico venne assegnato a Giovan Battista Padrin dal Tresto (altra figura interessante di proto, a cui si devono parecchie opere nel Polesine, tra cui la chiesa di Villanova del Ghebbo, la chiesa di Arquà Polesine e la costruzione della cupola del Duomo di Rovigo nel 1770). Dopo la morte di Giovan Battista Padrin, la fabbrica fu diretta da Giuseppe Sabadini fino alla fine dei lavori nel 1794.


Pur avendo oggi perso l’aspetto originario a causa di una improvvida e devastante riduzione operata nei primi anni ‘60, la struttura superstite, corrispondente all’ala meridionale del quadriporticato complesso settecentesco, si presenta ancor oggi estremamente elegante nella facciata con le sue sobrie linee originarie alterate unicamente da una modesta sopraelevazione novecentesca.


Ristrutturato quasi di sana pianta all’interno per far posto ai depositi dell’Archivio, tranne le due bellissime sale dell’antica Biblioteca e del Teatro, l’edificio ospita oggi oltre 7.000 metri lineari di documentazione archivistica per un complesso di circa 39.000 unità archivistiche, riflesso speculare di quanto prodotto in sette secoli da magistrature e istituzioni pubbliche e private del territorio polesano.

 

La sede dell'Archivio di Stato di Rovigo è descritta anche all'interno del volume Scrigni di storia. Le sedi monumentali degli Archivi di Stato, Roma, 2022 della Direzione Generale Archivi, pagg. 45-47.

 

I nostri video:

Archivio di Stato di Rovigo - La Sede Monumentale

Archivio di Stato - Il Compito Istituzionale

Archivio di Stato di Rovigo - Il Catasto

Archivio di Stato di Rovigo - Il Fondo di Bonifica Padana Polesana

Archivio di Stato di Rovigo - Il Fondo Francesco Balladore

Archivio di Stato di Rovigo - La Matricola dei Notai

 

 



Ultimo aggiornamento: 16/04/2024